La Casata dei Lupi

 

 

INDICE

 

La Stirpe
I rami estinti
I rami vitali
Gli attuali

rappresentanti

Le famiglie alleate

I personaggi illustri

Il Libro d'Oro

La Rivista Araldica

L'Elenco dei Titolati

L'Albo d'Oro

L'Annuario

Il Palazzo

Le genealogie

Stato completo

della Casata

INDICE GENERALE

1 La tradizione

 

2 L'investitura dell'Imperatore del Sacro Romano Impero

 

3 Le varie Diramazioni

 

3.1 I Rami estinti

*      3.1.1 La Linea di Soragna, Padova e Malta

*      3.1.2 Le Linee di Piemonte, Toscana, Umbria e Roma

*      3.1.3 La Linea di Bergamo

*      3.1.4 La Linea di Trento

 

3.2 I Rami vitali

*      3.2.1 Il Periodo Pugliese

*      3.2.2 La Linea di Molfetta (BA)

*      3.2.2 1 La Linea di Gravina in Puglia  (BA)

*      3.2.3 Le Linee di Dalmazia e Fiume

*      3.2.4 La Linea di Ferrara

*      3.2.5 La Linea Siciliana

*      3.2.6 La Linea Calabrese

 

4 Santi e Beati Lupis

 

5 La titolatura

 

6 Rappresentanti odierni della famiglia

 

6.1 Le famiglie alleate

*      6.1.1 Ruspini

*      6.1.2 De Luna d’Aragona

*      6.1.3 Macedonio

*      6.1.4 Palermo di Santa Margherita

*      6.1.5 Falletti

*      6.1.6 Crisafi

*      6.1.7 Manso

 

 

 7 Genealogie

*      7.1 Genealogia di San Lupo di Troyes

*      7.2 Genealogia della famiglia Romana dei Virii Lupi

*      7.3 Genealogia della Stirpe Luporum

*      7.4 Genealogia dei de'Lupis di Malta

*      7.5 Genealogia dei Lupi o Lupis di Acqui, conti di Moirano

*      7.6 Genealogia dei Lupi di Bergamo

*      7.7 Genealogia dei de Luna d'Aragona

*      8 Collegamenti esterni

 

9 Fonti

 

10 Personaggi illustri

    *     10.1 Publius Rutilius Lupus

    *     10.2 San Lupo di Troyes

    *     10.3 Bonifacio de Lupis

    *     10.4 Bisanzio Lupis

    *     10.5 Antonio Lupis

    *     10.6 Orazio Lupis

    *     10.7 Domenico Lupis

    *     10.8 Giovanni Luppis

    *     10.9 Giuseppe Lupis

   *     10.10 Gen. Orazio Lupis

 


 

LE FAMIGLIE ALLEATE

I Falletti

 

    Stemma dei Falletti tratto dall'opera Nobiliario di Sicilia di A. Mango di Casalgerardo, Palermo 1912

                   Stemma dei Falletti tratto dall'opera Nobiliario di Sicilia di A. Mango di Casalgerardo, Palermo 1912

I Falletti sono una antica casata piemontese di probabile origine francese (de Faillets), diramatasi anche nel Regno delle Due Sicilie. Il ramo più illustre ebbe il marchesato di Barolo nelle Langhe.

Oggi sussistono le linee superstiti dei Falletti conti di Villafalletto e dei conti Falletti Lamberti e Falletti Princi di Siderno.

Stemma: d’azzurro, alla banda scaccata d’oro e di rosso, di tre file.
Cimiero: un’aquila spiegata e coronata di nero.
Motto: EN ESPÉRANCE; alias IN SPE

Indice

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1 Storia
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1.1 Le origini

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1.2 La linea di Barolo

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1.3 Le altre linee piemontesi

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1.4 La linea di Grotteria

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2 I feudi

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3 Note

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4 Bibliografia

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5 Voci correlate

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6 Collegamenti esterni

Le origini

Famiglia attivissima in campo finanziario già dal 1110, i Falletti sono già presenti a Genova dal 1184, e nel corso del XIII secolo, l’attività di prestito diventerà l’occupazione principale della famiglia, principalmente in Piemonte in società con la famiglia Troja di Asti. In seguito estesero il loro raggio d’azione anche ad Avignone.

Più recentemente lo studioso Guasco di Bisio sostenne derivare i Falletti dagli antichi signori di Rivalta e avere, con altre famiglie dai medesimi originate, costituito il primo Comune Signorile di Pinerolo, donde si sarebbero poi estesi in tutte le altre località, specialmente ad Asti e Alba.

La linea di Barolo

Furono investiti del feudo di Barolo da Carlo D’Angiò nel 1307, nel 1372 ebbero in pegno dal Marchese di Saluzzo Federico II, Racconigi e Migliabruna.

Le case dei Falletti ad Asti erano situate tra via “ al Teatro”, via Palazzo di Città, e corso Alfieri, nel Rione San Secondo.

Giulia Falletti Colbert di Maulevrier, ultima marchesa di Barolo

Giulia Falletti Colbert di Maulevrier, ultima marchesa di Barolo

 

Carlo Tancredi Falletti, ultimo marchese di Barolo

Carlo Tancredi Falletti, ultimo marchese di Barolo

L'ultimo marchese di Barolo, Carlo Tancredi Falletti, sposò la baronessa Giulia Colbert di Maulevrier (discendente dal celebre ministro francese Colbert). I due coniugi destinarono l'intero loro sterminato patrimonio (valutato pari al bilancio di uno Stato dell'epoca) ad opere di carità, tra le quali perdura ancora oggi l'Opera Pia Barolo, che ha sede nello splendido Palazzo Barolo a Torino.

Il marchese Gerolamo Falletti di Castagnole, fu viceré di Sardegna dal 1731 al 1735.

 

Le altre linee piemontesi

Malgrado non si conosca la prima acquisizione del feudo, rivestì particolare importanza il ramo dei Falletti signori di Pocapaglia, feudo che era già parzialmente in possesso della famiglia nel 1328, quando Leone ed Emanuele Falletti furono investiti da Tommaso II di Saluzzo del luogo di Ruffia. Nel 1335 essi ne permutarono tre quarti con i Del Carretto, per ottenere il feudo di Villa (oggi Villafalletto), dato in feudo dal marchese Tommaso II a Simondino Falletti, cittadino di Alba, con atto del 29 luglio 1340, rogato nel castello di Villafalletto per 10.000 fiorini d'oro. Questo ramo della famiglia, oltre ad esercitare una signoria lunga cinquecento anni, legherà indissolubilmente il nome del casato al paese: Villafallettorum, paese dei Falletti, da cui l’attuale Villafalletto.

Nel 1340 Pietrino Falletti acquistò da Giacomo di Pocapaglia la sua parte dell'omonimo castello. Negli stessi anni il casato acquistò il feudo di Lagnasco e un palazzo con torre e diritti signorili a Tigliole d'Asti (1330) e fu infeudato di diritti a Pollenzo dall'abate di Breme (1337). Pietrino Falletti fu investito di Serralunga dal marchese di Saluzzo (1340). I suoi figli prestarono denaro a Manfredo di Saluzzo ottenendo in pegno i feudi di Racconigi e Migliabruna (1372).

I Falletti tenevano anche una parte di Cavallermaggiore infeudata loro nel 1372 da Amedeo VI di Savoia e nel 1379 da Filippo d'Acaia. Sempre nel 1372, Antonio Falletti acquistò metà del castello di Montemale dal marchese di Saluzzo. L'operazione nascondeva un prestito di cospicua. entità, saldato dal marchese dodici anni dopo come dimostra la restituzione del castello da parte del Falletti. Infine, nel 1483 Daniele Falletti deteneva 1/4 della giurisdizione su Perno.

 

La linea di Grotteria

Il ramo di Grotteria in Calabria si staccò dal ceppo piemontese dei Falletti passando in Calabria con Alberto Falletti di Alba, che per primo si trasferisce a Napoli alla corte della Regina Giovanna, figlio di Pietro o Pierino o Pietrino Falletti ( morto dopo il 1340), che nel 1340 aveva comprato dal Re di Napoli il feudo de La Morra ed il cui figlio, Pietro Falletti da Alba diviene feudatario di Rocca Imperiale in Calabria e Governatore di Reggio Calabria dal 1419, come comprovato dal Registro Angioino, secondo foglio 214, fascicolo 93 nel Grande Archivio di Napoli (oggi non più esistente)[1]

 

«  Il 10 gennaio 1420 provvedimento della Regina Giovanna II "Pietro Falletti di Alba, devoto e familiare regio, presentemente governatore della città di Reggio Calabria ottiene, sia per i meriti suoi che per i servigi resi al Re Carlo I dal suo consanguineo Guglielmo Falletti, la nomina a familiare e domestico della Regina Giovanna II"  »

 

 

Ritratto del conte don Domenico Falletti Lamberti

Ritratto del conte don Domenico Falletti Lamberti

Una sua figlia, Anna Falletti, sposò nel 1363 Galeazzo di Saluzzo, figlio del marchese Tommaso.

Lapide funeraria del conte, utroque jure doctor, don Pietro Falletti (1639-1710), sindaco dei nobili di Grotteria, nella cappella gentilizia dei Falletti

Lapide funeraria del conte, utroque jure doctor, don Pietro Falletti (1639-1710), sindaco dei nobili di Grotteria, nella cappella gentilizia dei Falletti

I Falletti di Grotteria furono marchesi di Bossia, duchi di Cannalonga e principi di Sicignano con Giacinto Falletti Aracadi, nato a Roccella il 19 settembre 1661, figlio di Giuseppe Falletti e di Antonietta Arcadi dei baroni di Pisana da Castelvetere. Fu conte palatino, duca di Cannalonga [2] e di Laviano, marchese di Bossia, principe di Sicignano, San Gregorio, San Alicandro, Zoppinio e Gallo, cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, reggente del Regio Collateral Consiglio e il 3 marzo 1713 sposò Rosa Margherita Valperga dei marchesi di Masino.

Giacinto Falletti, addottoratosi in utrioque iure, difese i Principi Carafa della Spina contro la Casa Carafa di Forlì per il riconoscimento dei diritti feudali di primogenitura.

Il 17 giugno 1704 fu nominato Regio Consigliere e, il 21 dicembre di quell’anno, fu inviato a Roma per dirimere un grave conflitto di interessi insorto tra lo Stato della Chiesa ed il Viceregno di Napoli rispetto alle immunità ecclesiastiche, che egli peraltro risolse brillantemente.

Il 18 Febbraio 1706 G. Falletti Arcadi fu nominato Presidente di Camera, e successivamente Reggente del Regio Consiglio Collaterale, supremo Collegio giudiziario del Viceregno, carica che egli conservò fino alla morte avvenuta, quasi sessantun’enne, il 14.6.1722.
Il 3.3.1713 ebbe la concessione del titolo di Duca di Cannalonga. Acquistò poi i feudi di Sicignano e di San Gregorio nel Cilento, in Principato Citra, dal principe di Tocco di Montemiletto, che ritenne per sé il titolo di duca su Sicignano. Nello stesso anno ottenne il feudo di Castellabate che nel 1733 passò alla famiglia Granito. Fu Cavaliere dell’Ordine della Sacra Religione dei SS. Maurizio e Lazzaro e Ricevitore della stessa Religione nel Viceregno napoletano.
Nel 1716 Giacinto Falletti acquistò la Villa d’Elboeuf al Granatello di Portici (NA) da Emmanuele Maurizio di Lorena, principe d’Elboeuf, generale, nipote dell’imperatore Giuseppe I.

Tra le principali opere giuridiche del Duca Giacinto Falletti:

- Osservazioni alla scrittura uscita per la Primogenitura de’ Signori Carafa di Forlì della famiglia Carafa della Spina, colla quale si dimostra esser gli Principi della Roccella i Primogeniti dell’Universal Famiglia Carafa (Napoli , 1691);
- Trattato del Marchese Falletti nella Corte di Roma (Colonia, 1712);
- Consultatio pro Regali Celsitudine Ducis Sabaudiae in causa cum Dataria Apostolica, qua in consultatione refellentur quae novissime pro eadem Dataria scripta fuerunt. In praeclarissimorum Prudentum responsa de Privilegio Nicolao V. Ludovico Sabaudiae Duci concesso (Colonia, 1714).

Giacinto Falletti sposò Rosa Marcherita Valperga, dei conti di Masino, marchesa di Bossia (di cui rimane un bel ritratto esposto nel Castello di Masino).

Nel 1745, il conte palatino don Domenico Falletti Strati di Grotteria, dottore in legge, era Vicemarchese di Castelvetere. In un atto di battesimo dell'epoca si dice che in quel tempo

 

« exercens honoratum ufficium vicemarchionis in hac civitate aliaque gravia ministeria nostri Principis »

 

 

e viene anche ricordato che la madre era donna Girolima Strati di Castelvetere.

Il Registro dei Morti della Parrocchia Matrice di Siderno Superiore negli anni 1802-1812, al foglio 14 lo dice

 

« Ucciso dai Briganti Pedacesi in contrada Fiumara presso Siderno, transitanti in quella Marina il 27 febbraio 1807 »

 

 

Suo nipote, il conte Domenico Falletti Lamberti, nobile messinese, risulta ascritto alla Mastra Nobile (il registro della nobiltà, ndr.) di Messina del 1807, come ricorda il Galluppi nel suo Stato presente della nobiltà messinese, Milano, Bernardoni, 1881, p. 91 (il corsivo è nostro):

"FALLETTI Resid. In Grotteria. (Passata all'Ordine di Malta nella persona di vari suoi Cavalieri di giustizia del ramo piemontese, a cominciare dal 1513). DOMENICO FALLETTI, Nobile Messinese, figlio del fu Giovan Battista (di Domenico della Mastra Nobile del 1807) e della fu Rosalia Palermo dei Marchesi di Calorendi Fratelli: Giuseppe; Luigi.".

Nel corso delXVII secolo i Falletti di Grotteria si trasferirono a Siderno dove il conte utroque jure doctor, don Simone II Falletti (da cui discende il ramo vivente Falletti-Princi) edificò insieme al figlio don Gaetano, capitano del battaglione a piedi di Siderno, il Palazzo Falletti di Siderno Superiore, il cui portale è stato dichiarato monumento nazionale.

Portale e stemma Falletti a Siderno Superiore (RC) dichiarato Monumento Nazionale

Nel 1641 Simone II Falletti entrò come aggiunto nello studio del celebre giureconsulto e reggente marchese Tappia, ricoprì la carica di Sindaco di Siderno dal 1670 al 1674 anno in cui, nel corso della visita fatta a Siderno dal principe Carlo Maria Carafa, fu nominato dallo stesso primo governatore di Giustizia di Siderno

Il fratello del suddetto Gaetano, don Antonio Falletti, sposato con donna Porzia Marato, fece costruire l'altro Palazzo Falletti a Siderno Superiore, oggi detto Englen-Grio, perché passato nel corso dell"ottocento a queste nobili famiglie che si erano imparentate con i Falletti.

Nell'atrio del Palazzo appose la lapide seguente, che ancora oggi si legge:

 

« UID AC MILIT DUX CAIETAN FALLETTI FIERI FECIT AN D.NI 1713 »

 

 

Lo storico siciliano A. Mango di Casalgerardo, nell'opera Nobiliario di Sicilia, dice dei Falletti del ramo calabrese (e in particolare del conte Giovanbattista, fratello del conte Domenico Falletti Strati, ucciso dai briganti, ctato più sopra)[3]:

 

«  Nobile famiglie piemontese, che ha posseduto in ogni tampo molti feudi e titoli e che si diramò in Reggio Calabria e in Messina. In quest’ultima città venne ascritta alla arciconfraternita della Pace e Bianchi ed un Domenico ed un Giuseppe Falletti Lamberti Faraone, fratelli, figli del fu conte Giovambattista, li vediamo aggregati alla mastra nobile del 1798-1807.

Arma: d’azzurro, alla banda scaccata d’oro e di rosso, di tre file.

Cimiero: un’aquila spiegata e coronata di nero.

Divisa: EN ESPÉRANCE. »

 

 

 

I feudi

I Falletti nel corso dei secoli e nelle varie linee in cui si suddivisero furono: principi di Sicignano, San Gregorio, San Alicandro, Zoppinio e Gallo, duchi di Cannalonga, marchesi di Barolo (1730), Beaufort (1770), Bosia, Castagnole Monferrato (1662); conti di Altezzano, Benevello, Champagny, Montà d'Alba, Moriondo, Rocchetta Palafea, Rodello, Ruffia, S.Biagio, Serralunga d'Alba, Settimo Torinese, Villafalletto; baroni della Morra; signori di Borgomale, Carpenea, Castiglione Falletto, Cavatore, Lequio, Marescotto, Melazzo, Mombarcaro, Montiggio, Morano, Pollenzo, Racconigi, Rivarossa, Roddi, Sanfront, Villa del Bosco, Villarboit, Vottignasco; consignori di Bossia, Cassinasco, Castelgrana, Cavallermaggiore, Gerbola, Lagnasco, Leynì, Marsaglia, Monforte, Montaldo Roero, Montemale, Monthoux, Perno, Pinerolo, Pocapaglia, Roascio, Torre d'Uzzone, Villanova Solaro.

Note

  1. ^ Il regesto del Registro Angioino di cui sopra è riportato nel manoscritto inedito sulla Famiglia Falletti di Calabria attualmente nell'archivio dei conti Falletti-Lamberti-Princi di Siderno, in copia nell'archivio dei marchesi Lupis a Grotteria

  2. ^ Per la concessione del titolo di duca di Cannalonga vedi l'opera di P. Ebner, Storia di un feudo del mezzogiorno. La baronia di di Novi, ad vocem, pag 404

  3. ^ vedi in rete Nobiliario di Sicilia

 

Bibliografia

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P. Ebner, Storia di un feudo del mezzogiorno. La baronia di di Novi, ad vocem, pag 404\

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A. Mango di Casalgerardo, Nobiliario di Sicilia, Palermo 1912; in rete a Nobiliario di Sicilia

Voci correlate

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Casane astigiane

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Il vino Barolo

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Il comune di Barolo

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Palazzo Barolo

Collegamenti esterni

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Il sito del Comune di Bosia (CN)

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Il sito del comune di San Gregorio Magno (SA)

 

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INDICE DELLE FAMIGLIE NOBILI DEL MEDITERRANEO

Comitato Scientifico Editoriale del
Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea

         (Presidente: il XIII duca di San Donato, dott. don Marco, marchese Lupis Macedonio Palermo dei principi di Santa Margherita)

info@genmarenostrum.com

 


Antonio Lupis
 "Antonio Lupis letterato Italiano. Traduttore del Libro di Geremia. Visse nel secolo XVII - Molfettese"


Diploma di Leopoldo
L'imperatore del Sacro Romano Impro crea conti palatini Giulio e Orazio Lupis


Albero dei nobili Lupis di Molfetta
Bibl. Prov.di Bari, Fondo de Gemmis, Famiglie

 

marchese don Paolino Lupis Correale

Ritratto del marchese don Paolo I (Paolino) de Lupis Correale, 2° barone di Castania e Cuzzoghieri

 


marchese don Domenico Lupis Crisafi
Ritratto dell'avvocato marchese don Domenico Lupis Crisafi (1829-1880), storico e numismatico


conte Giovanni Antonio Lupis di Bergamo
Ritratto del conte Giovanni Antonio de' Lupis di Bergamo detto ''Il Farinata''

conte Vittorio Orazio Lupis di Bergamo

Ritratto del conte Vittorio Orazio Lupis


marchese abate don Orazio Lupis
 storico e poeta (1736-1816)

 

Stemma Lupis di Grotteria nel Blasonario di Corte

della Biblioteca Nazionale di Napoli,

manoscritto XVII.25, f. 148, anno 1637

 

 

Stemma Lupis di Grotteria tratto

da un antico stemmario manoscritto

(Archivio marchesi Lupis Crisafi, Siderno)

 

marchese don Isidoro Lupis Amato de Luna d'Aragona

1781 - 1853

Ritratto di S.E. il marchese don Isidoro II Lupis Manso Amato de Luna d'Aragona, 7° barone di Castania e Cuzzoghieri

 

Palazzo Lupis Giovinazzo
Il duecentesco palazzo della famiglia Lupis a Giovinazzo (BA), in cui nacque il poeta Bisanzio Lupis

 


Palazzo Lupis Grotteria
 Processione di Ognissanti in Piazza Domenico Lupis. A sinistra il Palazzo dei marchesi Lupis. Foto della metà del sec. XX


marchese Generale don Orazio Lupis Macedonio
Il generale marchese don Orazio VI Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita (1892-1962)


Il Serafino di Cantalice di Antonio Lupis
Frontespizio dell'edizione del 1672, Collezione biblioteca marchesi Lupis, Grotteria

 

Palazzo Lupis Grotteria

Il portale del Palazzo dei marchesi Lupis-de Luna d'Aragona secolo XVI

 


stemma dei marchesi Lupis Grotteria
 

Carta del Feudo di Castania

Tomaso Rajola. Regio Ingegnere. 1778. Particolare della Pianta della contea di Grotteria

Il feudo di Castania intestato ai Lupis fin dal XVI secolo

 

Albero genealogico dei Lupis di Gravina

per  il Beneficio del SS. Nome di Gesù di Gravina, 1645

 

Decreto Capitolare n. 901 del Cronista Rey de Armas

del Colegio Heráldico Antoniano de Lisboa

 

Stemma Lupis nel Blasonario Generale Italiano

 

   

I Lupis nell'ultima edizione XXV , 2015-2019, ,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

Il Cenno storico completo della Casata Lupis

nell'edizione XIX, 1987-89, pagg 1807-18013,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

 

I Lupis nella Rivista Araldica

“Note per una storia della famiglia Lupis”, del conte, prof. Franz von Lobstein, balì del S. M. Ordine di Malta, 1986

 

I Lupis nella Rivista Nobiliare

 

I Lupis nell'Annuario della Nobiltà Italiana

"Collage" fotografico dei vari rami della Casata Lupis riportati

nella Nuova Serie dell'Annuario della Nobiltà Italiana

 

I Lupis nell'Elenco dei titolati Italiani

I Lupis nell'Albo d'Oro delle Famiglie Nobili Italiane ed Europee

 


stemma dei marchesi Lupis Grotteria

 

Ritratto di Mons. Gaetano Lioy - Lupis, opera di Liborio Romano, Chiesa del Purgatorio, Molfetta


Antonio Lupis
 "Antonio Lupis letterato Italiano. Traduttore del Libro di Geremia. Visse nel secolo XVII - Molfettese"
 


Diploma di Leopoldo
L'imperatore del Sacro Romano Impro crea conti palatini Giulio e Orazio Lupis
 

 

Stemma Lupis nel Blasonario Generale Italiano

 

Decreto Capitolare n. 901 del Cronista Rey de Armas

del Colegio Heráldico Antoniano de Lisboa

 

   

I Lupis nell'ultima edizione XXV , 2015-2019, ,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

Il Cenno storico completo della Casata Lupis

nell'edizione XIX, 1987-89, pagg 1807-18013,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

 


Albero dei nobili Lupis di Molfetta
Bibl. Prov.di Bari, Fondo de Gemmis, Famiglie

 

marchese don Paolino Lupis Correale

Ritratto del marchese don Paolo I (Paolino) de Lupis Correale, 2° barone di Castania e Cuzzoghieri

 


marchese don Domenico Lupis Crisafi
Ritratto dell'avvocato marchese don Domenico Lupis Crisafi (1829-1880), storico e numismatico
 


conte Giovanni Antonio Lupis di Bergamo
Ritratto del conte Giovanni Antonio de' Lupis di Bergamo detto ''Il Farinata''

conte Vittorio Orazio Lupis di Bergamo

Ritratto del conte Vittorio Orazio Lupis
 


marchese abate don Orazio Lupis
 storico e poeta (1736-1816)

 

marchese don Isidoro Lupis Amato de Luna d'Aragona

1781 - 1853

Ritratto di S.E. il marchese don Isidoro II Lupis Manso Amato de Luna d'Aragona, 7° barone di Castania e Cuzzoghieri

 

Palazzo Lupis Giovinazzo
Il duecentesco palazzo della famiglia Lupis a Giovinazzo (BA), in cui nacque il poeta Bisanzio Lupis

Capitano barone Giovanni Lupis von Rammer

Inventore del siluro


Palazzo Lupis Grotteria
 Processione di Ognissanti in Piazza Domenico Lupis. A sinistra il Palazzo dei marchesi Lupis. Foto della metà del sec. XX
 


marchese Generale don Orazio Lupis Macedonio
Il generale marchese don Orazio VI Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita (1892-1962)
 


Il Serafino di Cantalice di Antonio Lupis
Frontespizio dell'edizione del 1672, Collezione biblioteca marchesi Lupis, Grotteria

 

Palazzo Lupis Grotteria

Il portale del Palazzo dei marchesi Lupis-de Luna d'Aragona secolo XVI

 

Stemma Lupis di Grotteria nel Blasonario di Corte

della Biblioteca Nazionale di Napoli,

manoscritto XVII.25, f. 148, anno 1637

 


stemma dei marchesi Lupis Grotteria
 

Carta del Feudo di Castania

Tomaso Rajola. Regio Ingegnere. 1778. Particolare della Pianta della contea di Grotteria

Il feudo di Castania intestato ai Lupis fin dal XVI secolo

 

Albero genealogico dei Lupis di Gravina

per  il Beneficio del SS. Nome di Gesù di Gravina, 1645

 

Donna Diana Macedonio dei duchi di Grottolelle, baroni di Poligori

 

   

I Lupis nell'ultima edizione XXV , 2015-2019, ,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

Il Cenno storico completo della Casata Lupis

nell'edizione XIX, 1987-89, pagg 1807-18013,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

I Lupis nella Rivista Araldica

“Note per una storia della famiglia Lupis”, del conte, prof. Franz von Lobstein, balì del S. M. Ordine di Malta, 1986

 

I Lupis nella Rivista Nobiliare

 

I Lupis nell'Annuario della Nobiltà Italiana

"Collage" fotografico dei vari rami della Casata Lupis riportati

nella Nuova Serie dell'Annuario della Nobiltà Italiana

I Lupis nell'Elenco dei titolati Italiani

I Lupis nell'Albo d'Oro delle Famiglie Nobili Italiane ed Europee

 

Stemma Lupis di Grotteria nel Blasonario di Corte

della Biblioteca Nazionale di Napoli,

manoscritto XVII.25, f. 148, anno 1637

 


stemma dei marchesi Lupis Grotteria

 

Ritratto di Mons. Gaetano Lioy - Lupis, opera di Liborio Romano, Chiesa del Purgatorio, Molfetta