La Casata dei Lupi

 

 

INDICE

 

La Stirpe
I rami estinti
I rami vitali
Gli attuali

rappresentanti

Le famiglie alleate

I personaggi illustri

Il Libro d'Oro

La Rivista Araldica

L'Elenco dei Titolati

L'Albo d'Oro

L'Annuario

Il Palazzo

Le genealogie

Stato completo

della Casata

INDICE GENERALE

1 La tradizione

 

2 L'investitura dell'Imperatore del Sacro Romano Impero

 

3 Le varie Diramazioni

 

3.1 I Rami estinti

*      3.1.1 La Linea di Soragna, Padova e Malta

*      3.1.2 Le Linee di Piemonte, Toscana, Umbria e Roma

*      3.1.3 La Linea di Bergamo

*      3.1.4 La Linea di Trento

 

3.2 I Rami vitali

*      3.2.1 Il Periodo Pugliese

*      3.2.2 La Linea di Molfetta (BA)

*      3.2.2 1 La Linea di Gravina in Puglia  (BA)

*      3.2.3 Le Linee di Dalmazia e Fiume

*      3.2.4 La Linea di Ferrara

*      3.2.5 La Linea Siciliana

*      3.2.6 La Linea Calabrese

 

4 Santi e Beati Lupis

 

5 La titolatura

 

6 Rappresentanti odierni della famiglia

 

6.1 Le famiglie alleate

*      6.1.1 Ruspini

*      6.1.2 De Luna d’Aragona

*      6.1.3 Macedonio

*      6.1.4 Palermo di Santa Margherita

*      6.1.5 Falletti

*      6.1.6 Crisafi

*      6.1.7 Manso

 

 

 7 Genealogie

*      7.1 Genealogia di San Lupo di Troyes

*      7.2 Genealogia della famiglia Romana dei Virii Lupi

*      7.3 Genealogia della Stirpe Luporum

*      7.4 Genealogia dei de'Lupis di Malta

*      7.5 Genealogia dei Lupi o Lupis di Acqui, conti di Moirano

*      7.6 Genealogia dei Lupi di Bergamo

*      7.7 Genealogia dei de Luna d'Aragona

*      8 Collegamenti esterni

 

9 Fonti

 

10 Personaggi illustri

    *     10.1 Publius Rutilius Lupus

    *     10.2 San Lupo di Troyes

    *     10.3 Bonifacio de Lupis

    *     10.4 Bisanzio Lupis

    *     10.5 Antonio Lupis

    *     10.6 Orazio Lupis

    *     10.7 Domenico Lupis

    *     10.8 Giovanni Luppis

    *     10.9 Giuseppe Lupis

   *     10.10 Gen. Orazio Lupis

 


 

LE FAMIGLIE ALLEATE

I Palermo di Santa Margherita

  Stemma dei principi di Santa Margherita  

               Stemma dei principi di Santa Margherita

I Palermo sono un'antica famiglia storica siciliana

La famiglia ebbe la baronia di Santa Margherita (Messina) nel 1340, con il barone di Vallelonga, Luigi Giacomo, detto Aloisio, "regio familiare" e "gentiluomo di camera" , gran coppiere del regno d'Aragona, con carica ereditaria.

La baronia venne elevata a principato nel 1708[1] dal re Filippo V di Spagna, con don Giovanni V Palermo e Arezzo, decimo barone e primo principe di Santa Margherita.[2] I Palermo ebbero anche il feudo di Martini, una baronia che rivestì particolare importanza nella storia feduale e amministrativa della Sicilia in quanto la famiglia ne ebbe la concessione come parìa del regno di Sicilia, la qual cosa consentiva loro l'accesso alla Camera dei Pari siciliani[3].

Palazzo Santa Margherita si trova in via Vittorio Emanuele 157 a Palermo. Fu costruito dalla famiglia Gismondi dei baroni di Grottaferrata. In seguito pervenne ai Palermo, principi di Santa Margherita, che fecero affrescare i soffitti da Gioacchino Martorana. Nel XIX secolo, infine, fu acquistato dalla famiglia Trabucco. L'edificio si presenta attualmente nel rifacimento ottocentesco che ha occultato l'aspetto principesco del XVIII secolo, riscontrabile dall'estensione dell'immobile e dalla presenza dei timpani triangolari del piano nobile.

Indice

bullet1 Gli ammiragli
bullet2 Il ceppo originario
bullet3 I Palermo di Calorendi
bullet4 I Palermo di Malta
bullet5 I Palermo di Grotteria
bullet6 I Palermo di Lazzarino
bullet7 I Palermo di Monteleone
bullet8 I feudi
bullet9 Lo stemma
bullet10 Note
bullet11 Bibliografia

 

Gli ammiragli

Secondo gli storici della feudalità siciliana (Mango, de Spucches etc. vedi bibliografia) i Palermo furono già nobili sotto il dominio normanno, nell'XI secolo[4], mentre le origini della famiglia risalgono agli arconti ed ammiragli di Palermo dell'epoca bizantino-araba in Sicilia, e rimonterebbero ai principi di Antiochia. Riconoscono concordemente quale capostipite

bulletl'ammiraglio Giorgio Rozio d'Antiochia (Antiochia, ca. 1100 – 1149 o 1150), un greco-melchita, che segretamente cercò rifugiò nella Sicilia cristiana. Al suo arrivo nella capitale siciliana, Giorgio si recò immediatamente a palazzo e trovò impiego presso il Re normanno Ruggero II. Grazie al suo bilinguismo (greco e arabo) e per la sua familiarità col Mar Mediterraneo, fu presto impiegato come ambasciatore in missioni presso la corte fatimide egiziana. Guadagnò il titolo onorifico di familiaris della corte e, nel 1123, divenne il secondo in comando della flotta di Christodulus. Nel 1132 gli fu concesso il titolo di amiratus amiratorum, che è stato talora interpretato come ammiraglio degli ammiragli ma che significa assai più probabilmente Emiro degli Emiri, ossia "Comandante dei Comandanti" (una sorta di Generalissimo): argomentazione suffragata dal fatto che in greco il titolo fu quello di "Arconte degli Arconti", che significa all'incirca la stessa cosa [5]. Poliglotta e uomo di ampia cultura, fondò la chiesa di San Michele a Mazara del Vallo e quella di Santa Maria dell'Ammiraglio a Palermo, conosciuta anche come Martorana, oltre al Ponte a sette arcate detto "dell'Ammiraglio", che scavalca il fiume di Palermo, l'Oreto.
L'interno della Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio a Palermo, fondata da Giorgio d'Antiochia.

L'interno della Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio a Palermo, fondata da Giorgio d'Antiochia.

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bulletL'ammiraglio Eugenio di Palermo visse dal 1130 al 1203[6]. Nipote dell'ammiraglio Eugenio I e figlio dell'ammiraglio Giovanni I di Palermo [7] (nipote dell'ammiraglio Giorgio d'Antiochia), fu maestro della regia Dogana dei baroni e Regio Ammiraglio dal 1190. Imprigionato dall'Imperatore Enrico VI nel 1195, liberato nel 1196, fu Maestro Camerario di Puglia e Terra di Lavoro (1198-1202). Dottissimo, aiutò l'anonimo interprete dell' Almagesto di Tolomeo, il quale lo definì; "tam grecae quan arabicae linguae peritissimum, latinae non ignarum"[8]; tradusse l' Ottica di Tolomeo dall'arabo in latino e gli Oracoli sibillini dal greco in latino; pubblicò la celebre favola di Stephanites e Ichnelates tradotta in greco da Simone Seth[9]

 

Il ceppo originario

Il primo febbraio 1240 l’imperatore Federico II concesse al maestro Roberto de Panhormo e ai suoi eredi tre tenimenti di terre, dei quali uno «in contrata Canni prope Panhormum tenimentum casalis ditti Rachalsarcadi, tenimentum casalis Capacis et tenimentum Montis Colubrini posita infra tenimentum casalis et tenimenti Carini et alios pecios terrarum in contrata fluminis Animarat et portam maris Panhormi, alium pecium terre extra portam Thermarum Panormi» [10]

bulletRainaldo da Palermo possedeva il tenimento del casale di Cinisi, del valore di 8 once d’oro [11].
bulletIl notaio Andrea de Panhormo ricevette in vitalizio il feudo Rabiato, ubicato nel territorio di Piazza (presso il Monte di Marzo, presso le terre di Andrea de Venula e presso le terre di Enrico Petrella); dopo la sua morte, il feudo ritornò alla R. Corte, e nel novembre 1355 fu concesso a beneplacito regio a Giovanni Albiginio, al quale fu confermato il 12 maggio 1361 estendendo il privilegio anche agli eredi [12].

La famiglia Palermo di Santa Margherita godeva del privilegio della sepoltura nel duomo di Messina[13], dove lo scultore Antonello Gagini, nel 1525, scolpì il monumentale sarcofago marmoreo del patrizio messinese don Cristoforo Palermo di Santa Margherita, andato distrutto nel terremoto del 1908.

La famiglia, nelle linee sotto elencate, risulta iscritta nell'Elenco ufficiale della nobiltà italiana del 1922 [14].

I Palermo si sono divisi in molti rami nel corso dei secoli tra cui si ricordano quelli dei Marchesi Palermo di Calorendi, dei Baroni Palermo di Santa Tecla da Grotteria, dei baroni Palermo di Lazzarino, dei baroni Palermo di Monteleone e conti Palermo di Casandola a Malta

 

I Palermo di Calorendi

Portale del Palazzo Palermo di Santa Margherita nella ex Piazza San Domenico a Grotteria, oggi intestata a Nicola Palermo

Portale del Palazzo Palermo di Santa Margherita nella ex Piazza San Domenico a Grotteria, oggi intestata a Nicola Palermo

I Palermo di Calorendi[29] si distaccarono dal ceppo comune con don Giuseppe Palermo e Staiti, dei principi di Santa Margherita, cavaliere dell'Ordine di Malta, figlio di don Giovanni Palermo e Arezzo. Giuseppe venne nominato nel 1745 marchese di Calorendi dal re Carlo III di Borbone[15]

bulletGaspare Palermo e Sollima, dei marchesi di Calorendi e dei principi di Santa Margherita, fu rettore dell'opera di Navarro a Palermo e scrisse una "Guida di Palermo".
bulletRaimondo I Palermo e Balsamo, quinto marchese di Calorendi dei principi di Santa Margherita, fu rettore del'Università di Palermo dal 1806 al 1840 e senatore di Messina negli anni 1838/1839 e 1840.

 

I Palermo di Malta

I Palermo di Malta si distaccarono dai precedenti con don Calcedonio Palermo e Spadaro[16], figlio di Raimondo I Palermo e Balsamo dei principi di Santa Margherita e di Francesca Paola Stagno Navarra Muscati della Bahiria, ultima contessa di Casandola[17] Questo ramo ha adottato lo stemma della famiglia Stagno Navarra Muscati della Bahria.

 

I Palermo di Grotteria

Ritratto del capitano napoleonico, il barone Giovanbattista Palermo di Santa Margherita (Grotteria 1786 - 1861)

Ritratto del capitano napoleonico, il barone Giovanbattista Palermo di Santa Margherita (Grotteria 1786 - 1861)

Il barone don Nicodemo Palermo di Santa Margherita (Grotteria, 1825 - 1901) in una foto ottocentesca

Il barone don Nicodemo Palermo di Santa Margherita (Grotteria, 1825 - 1901) in una foto ottocentesca

Il barone don Nicola Palermo di Santa Margherita (Grotteria, 1826 - 1876) in una foto ottocentesca

Il barone don Nicola Palermo di Santa Margherita (Grotteria, 1826 - 1876) in una foto ottocentesca

I Palermo di Grotteria si distaccarono nel XV secolo dalla linea originaria dei baroni di Santa Margherita con Giovan Tommaso Palermo di Santa Margherita, patrizio di Messina[18], figlio di don Salvo I Palermo, terzo barone di Santa Margherita nel 1430. Tra i suoi discendenti[19] si ricordano:

bulletIl capitano napoleonico, barone don Giovanbattista Palermo e Falletti-Lamberti dei principi di Santa Margherita da Grotteria, che fu patriota e combattente per l'unità d'Italia, schieratosi da principio con i sostenitori della Repubblica Partenopea. Partecipò alla campagna di Russia nel 1812 e combatté a Waterloo. A causa delle sue attività rivoluzionarie, venne condannato al carcere duro per più di due anni e infine espulso da Napoli e confinato a Castelvetere. (Leggi il saggio: Un capitano napoleonico dalla Calabria a Waterloo. Per una biografia di Giovan Battista Palermo di Santa Margherita", di Marco Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita,  pubblicato in "Incontri Mediterranei", fasc. 19, Pellegrino Editore, 2009,  presentato al Convegno "Una bandiera per vivere, una bandiera per morire: Mileto 1807 “Laurum lauri militibus dignis”, tenutosi presso la Sala conferenze “Mons. De Chiara” del Seminario Vescovile di Mileto, il 25 - 26 e 28 Maggio 2007.)
 
bulletNicodemo Palermo e Macedonio dei principi di Santa Margherita, primogenito di Giovambattista, nacque a Grotteria il 6 agosto del 1825 e insieme al fratello Nicola fu patriota del Risorgimento italiano. Storico e letterato, poliglotta (parlava correntemente otto lingue oltre all'italiano) fu anche traduttore di molti classici dell'epoca[20]. Bibliofilo accanito, raccolse nel Palazzo di famiglia una biblioteca di oltre 20.000 volumi in molte lingue (oggi in buona parte pervenuta agli eredi, i Duchi Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita e custodita in Palazzo Lupis - de Luna d'Aragona a Grotteria). Arrestato insieme al padre e al fratello, trascorse otto anni nel bagno penale di Procida. Nel 1856 scrisse l'opera "La vendetta di un liberale" e nel 1861 "In morte di Giovambattista Palermo". Nel 1876 scrisse "Intorno alla vita di Nicola Palermo da Grotteria" nel 1881 "Di Vincenzo Dr. Fabiani da Grotteria". Morì a Gerace il 2 febbraio 1901.
bulletIl fratello, barone don Nicola Palermo e Macedonio dei principi di Santa Margherita, nato a Grotteria il 21 dicembre 1826, fu la figura di maggior rilievo della famiglia: condannato il 16 maggio 1851 alla pena di morte per cospirazione, la pena gli fu in seguito commutata al carcere duro. Il 27 dicembre del 1858 la pena dell'ergastolo venne a sua volta commutata in esilio perpetuo dal Regno di Napoli. Imbarcato per l'America, dopo un ammutinamento [21] sbarcò invece in Inghilterra dove conobbe Cavour. Rientrato in Italia, si stabilì a Firenze fino al crollo del regno borbonico nel 1860 e poté tornare a Grotteria dove, minato nel fisico e nello spirito dai molti patimenti subiti nelle galere borboniche, morì il 10 marzo 1876, poco prima di compiere i cinquant'anni. Tra le sue opere: "L' Ipocrita, ossia I misteri di Calabria nella ultima dominazione borbonica", romanzo storico in tre volumi pubblicato per la prima volta a Messina nel 1867. [22].

I Palermo di Grotteria furono Baroni del suffeudo nobile di "Santa Tecla seu Rosa", un corpo feudale smembrato dal suffeudo di Gargano, posseduto dal Mag.co Vincenzo Mazza "in virtù di privileggio che sta in potere dell'eredi del q.m D. Giuseppe Linares", acquistato dall'Abbate D. Giovan Battista Palermo per il nipote D. Giuseppe Antonio "con l'obbligo fra lo spatio di mesi due di portar l'assenso da chi spetta spedirlo", come risulta dall'istrumento per Notar P. Lucà di Grotteria del 26 maggio 1798 ff. 29v-30r, Fondo Notarile presso Archivio di Stato di Locri ASL; vendita confermata dalla vedova del M.co Vincenzo Mazza, nel frattempo deceduto, donna Beatrice Pignatelli da Gerace, quietanziata per Notar Benedetto Infusini del 5 dicembre 1715, ff. 67r-70 e con assenso del feudatario Caracciolo, Duca di Girifalco e Marchese di Gioiosa.

 « "Asseriscono dette parti intervenenti in presenza nostra, come l'anni passati detto fu Sig. Vincenzo (Mazza, ndr) ha venduto, et alienato con patto de retrovendendo quandocumque al detto Gioseppe Antonio Palermo, et per esso al detto fu Dr. abbate Gio Batta suo zio una tenuta, seu possessione subfeudale, membro del feudo di Gargano, come apparisce dal privilegio che si conserva dall'heredi del fu Gioseppe Linares sita, et posta nel circondario di detta Terra di Gioiosa nel loco dove si dice S.ta Tecla seu Rosa limito li ben ex retroq. latere del Dr. Abbate D. Domenico Palermo et il Fiume, et altri confini, franca et libera di pesi fiscali, adoe et altro, per il prezzo tra di loro convenuto di docati duecento, della qual somma il detto fu Dr Abb.te Palermo sborsò, et consignò al detto fu Sig. Vincenzo Mazza docati Centotrenta, et li restanti docati settanta complimento di detti docati duecento si obligò pagarli subito che il predetto fu Sig. Vincenzo otteneva dal Sig. Duca di Girifalco l'assenso, come diretto padrone di detto subfeudo di Gargano per convalidatione della cennata vendita, come il tutto appare per istrumento rogato per mano del q.m Not. Paulo Lucà di detta Terra della Grotteria à ventisei del mese di Maggio dell'anno mille settecento et otto, al quale in omnibus si habbia relatione."

(Not. Benedetto Infusini, 5 dicembre 1715, ff. 67v, in ASL Fondo Notarile, Busta 74) »

  

Con successivo atto per lo stesso Notaro Infusini, in data 8 gennaio 1718, D. Beatrice Pignatelli vedova di D. Vincenzo Mazza come si diceva, libera e redime dal patto di retrovendendo (ovvero vende lo "jus redimendi") per il detto suffeudo di S. Tecla o Rosa a D. Giuseppe Antonio Palermo, nipote ex fratre ed erede universale del detto fu abate D: Gio Battista, (ff. 1r-4v )

C'è una ulteriore ratifica degli accordi da parte della Pignatelli in data 17 maggio 1718, per lo stesso notaio, sempre in attesa dell'Assenso dello Jus redimendi, (ff. 24v-29r)

L'Assenso del feudatario Nicola Maria Caracciolo, Duca di Girifalco e Marchese di Gioiosa, è dato da Gioiosa in data 19 dicembre 1714, ed è allegato all'istrumento di quietanza del notaio Infusini sopra citato, al f. 70r

Il detto D. Giuseppe Antonio Palermo (di Santa Margherita), era figlio dell'UJD barone don Onofrio Palermo, Erario della Corte nel 1681 e Procuratore della Cappella di Sant'Onofrio nel 1716, e della nobildonna Teresa Lanoja Macedonio (1681-1741) e marito di D. Lucia Contestabile, degli antichi baroni di Settingiano e patrizi di Stilo, sposata proprio in Stilo il 5 Feb 1724.

Dei suoi due figli (uno fu il sacerdote D. Tomaso Palermo, dottore in teologia),  D. Gennaro, fu il 2° barone di Santa Tecla o Rosa; Agente generale del principe di Roccella e sposò la nobildonna Diana Floccari degli antichi baroni di Rocca Imperiale. Ai magnifici coniugi don Gennaro Palermo e donna Diana Floccari da Grotteria veniva concesso , con Breve Apostolico, l'Oratorio Privato nell'ottobre 1778. Il Vescovo Rossi, nel suo Diario autografo (f. 263r, 2à numeraz.) il 27 aprile 1754 in Grotteria, definisce i Palermo "primaria famiglia ... vivente more nobilium" e in termini analoghi giudica i Floccari.

Da essi nacque tra gli altri il primogenito, UJD barone don Nicodemo I Palermo di Santa Margherita, (1763-1824) che fu il 3° barone di Santa Tecla o Rosa e sposò la nobildonna Rosalia dei conti Falletti Lamberti Faraone (+ 1799)

Da questi nacque tra gli altri il primogenito UJD don Giuseppe Maria Palermo di Santa Margherita, che fu il 4° barone di Santa Tecla o Rosa, ma non ebbe discendenza successibile dalla nobile Maria Teresa Candida patrizia di Gerace, per cui a lui successe il fratello, il Capitano napoleonico barone don Giovanbattista Domenico Gennaro Gregorio Palermo di Santa Margherita, (1786-1861) che fu 5° barone di Santa Tecla o Rosa per successione al fratello Gennaro; celebre patriota e Cavaliere della Real Croce delle Due Sicilie (vedi sopra).

 

I Palermo di Lazzarino

La Fattoria del feudo dei Palermo di Santa Margherita a Lazzarino presso Sciacca in una foto d'epoca

La Fattoria del feudo dei Palermo di Santa Margherita a Lazzarino presso Sciacca in una foto d'epoca

I Palermo di Lazzarino si distaccarono dalla linea originaria nel XVII secolo con fra Diego Palermo di Santa Margherita, cavaliere dell'Ordine di Malta (8 novembre 1643), per il quale fu gran priore di Messina, balì di Venosa[23]. Era figlio di don Giovanni IV Palermo e Sedegno, ottavo barone di Santa Margherita, nobile di Scicli, giurato e capitano di Modica.

Il suo pronipote, don Vito Saverio Palermo e Manno dei principi di Santa Margherita, cavaliere dell'Ordine di Malta, barone di Lazzarino, barone di Bertolino e di Maragani (AG) (Sciacca 1832 - Girgenti 1896), fu poeta e drammaturgo (dramma Margherita Peralta). Gli viene attribuita l'ideazione e la costruzione del Baglio Maragani[24].

Girolamo Palermo dei principi di Santa Margherita e dei baroni di Lazzarino, fu vescovo di Mazara del Vallo nel 1759, giudice della'Apostolica Legazia coll'aggregamento poi dell'abbazia di Santa Maria di Terrana nel 1764, ed infine arcivescovo di Laodicea.

A Sciacca don Gaspare Palermo dei principi di Santa Margherita, barone di Lazzarino, fece ristrutturare il palazzo Palermo nel 1860 (come si legge al di sopra del portone)[25].

Sopra Sciacca, a sud di Rocca Nadone, esiste ancora la Casa fattoria del feudo Lazzarino, tipico esempio di architettura barocca. L'edificio oltre ai locali destinati alle necessità dell'azienda agricola e a quelli per il feudatario e la sua famiglia, comprendeva un oratorio edificato nel 1800 per ospitarvi la tomba della madre, Brigida Manno[26]. Gli appartennero gli ex feudi di Bertolino, in territorio di Menfi (AG), e di Maragani in territorio di Sciacca (AG), ereditati, dopo di lui dal figlio, Gaspare Palermo.

 

I Palermo di Monteleone

I Palermo di Monteleone (oggi Vibo Valentia) si distaccarono dalla linea originaria con Tommaso Palermo di Santa Margherita, barone di Santa Margherita, Santo Stefano, Mili e Galati con investitura del Senato di Messina del 1675, primo barone di Castelluccio di Modica[27], figlio di don Giovanni IV Palermo e Sedegno. Il figlio, don Paolo Palermo di Santa Margherita, secondo barone di Castelluccio di Modica, patrizio di Messina, si trasferì nel 1684 a Reggio Calabria[28].

 

I feudi

Nel corso dei secoli e nei vari rami nei quali si suddivise, la famiglia Palermo di Santa Margherita possedette i seguenti beni feudali:

bulletBaronie: Capodarso, Bertolino, Bulgarano, Cinisi. Rabiato, Vallelonga, San Giovanni, San Giuseppe, San Leonardo, Canalotto, Scirinda, Gallitano, Maragani, Castelluccio di Modica, Giummaria, Lazzarini, Misilabesi, Sovereto Fontanacalda, Mendolito e Bordea, Mesiano, Pernocari, Mili, Galati e Martini, Santa Tecla e Rose.
bulletContee: Casandola, Bahria;
bulletMarchesati: Martini (poi trasformato in baronia e parìa), Calorendi;
bulletPrincipati Santo Stefano Medio, Santa Margherita

 

Lo stemma

I Palermo di Santa Margherita nel corso dei secoli e nelle varie linee usarono alcune variazione dello stemma. Arma: partito: nel 1° d’oro con il grifo rampante d’azzurro, sormontato da un lambello di rosso di tre gocce; nel 2° d’azzurro al leone illeopardito d’oro, sostenente sul dorso un giglio d’argento.Cimiero: l’aquila nascente spiegata di nero, imbeccata e coronata d’oro.
Alias: partito: nel 1° d’azzurro all’aquila coronata di rosso; nel 2° d’azzurro alla palma sradicata al naturale.
Alias: partito: nel 1° ripartito da un filetto d'oro a) d'azzurro al leone d'oro sormontato da un lambello di tre pendenti di rosso; b) d'azzuro al leone d'oro sormontato da un giglio d'argento. Nel 2° troncato: a) di rosso a tre bottigliette d'oro disposte una e due b) d'oro a cinque palle di rosso disposte una, due e due.
Il ramo di Malta adottò lo stemma degli Stagno Navarra Muscati della Bahria

 

Note

  1. ^ L'elevazione a principato avvenne con privilegio dato in Madrid il 9 novembre 1708, esecutoriato in Messina l'11 ottobre 1709
  2. ^ . Alla baronia si collegavano inoltre terre e casali di Messina detti Santo Stefano Medio, Galati, Mili e Martini
  3. ^ Vedi lo Statuto fondamentale del Regno di Sicilia. Vedi anche: G. Maresca della Salandra, I Pari temporali del 1848, con alcuni riferimenti agli antichi parlamenti di Napoli e Sicilia, in "Rivista Araldica", Anno LVV-1957, pagg. 405-417, Roma, 1957
  4. ^ In un diploma normanno del 1066 dello storico d'Arrigo, l'ammiraglio Giovanni Giacomo (di) Palermo viene qualificato "nobilis Messanensis, nobilitate clarus" e in uno aragonese del 29 marzo 1397 si riconosceva la "regia familiarità" al primo barone di Santa Margherita, Luigi Giacomo Palermo, e la famiglia viene già definita "di vetusta nobiltà". Vedi: Libro d'oro della nobiltà italiana, edizione X, 1940-49, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, p. 778.
  5. ^ Vedi: Pierre Aubé, Roger II de Sicilie, Parigi, Payot, 2001 e Michele Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia, Firenze, Le Monnier, 2003.
  6. ^ Eugenio di Palermo
  7. ^ su di lui cfr. A. Huillard-Bréholles, Historia diplomatica, Parigi, 1852-61, II, p. 185; M. Amari, Storia dei Musulmani... cit., III, pp. 711-12; Giosuè Musca, Vito Sivo, Strumenti, tempi e luoghi di communicazione nel Mezzogiorno normanno, 1995, pag. 97, anche in rete
  8. ^ vedi: Giosuè Musca, Vito Sivo, Strumenti, tempi e luoghi di communicazione nel Mezzogiorno normanno, 1995, pag. 97, anche in rete
  9. ^ Per la vita dell'ammiraglio Eugenio, vedi: Eugenio di Palermo, di Marcello Gigante, in "I Bizantini in Italia", Milano, 1982, pagg. 628-630; M. Gigante (ed.), Eugenii Panhormitani versus Iambici, Panhormi 1964; M. Gigante, Il tema dell'instabilità della vita nel primo carme di Eugenio di Palermo, in "Byzantion", 33, 1963, pagg. 325-356; L. Sternbach, Eugenios von Palermo, « Byzantinische Zeitschrift » 11, 1902, 406-451; K. Horna, Metrische und Textkritische Bemerkungen zu den Gedichten des Eugenios von Palermo, « Byzantinische Zeitschrift » 14, 1905, 468-478; G.N. Sola, Ancora di Eugenio di Palermo, « Byzantinische Zeitschrift » 17, 1908, 434-435; K. Horna, Neue Beitraege zu den Gedichten des Eugenios von Palermo, « Byzantinische Zeitschrift » 16, 1907, 454-459. Per la genealogia della famiglia con particolare riferimento al periodo degli Ammiragli Palermo, vedi: Libro d'oro della nobiltà italiana, edizione IX, 1937-39, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, pag. 271 sgg. ed edizione X, 1940-49, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, pagg. 778-784.
  10. ^ Cfr. Archivio di stato di Palermo, Asp, Camporeale, 260, 1; in Antonino Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390), 2006, Associazione no profit “Mediterranea” (on line sul sito www.mediterranearicerchestoriche.it), "Le famiglie feudali", "Famiglia Palermo o Panhormo", pag. 311.
  11. ^ Cfr. Asp, Tab. S. M. Scale, 2, in Antonino Marrone, Repertorio della feudalità siciliana, cit.
  12. ^ Cf. Asp, C, 7, 452v-453r, in Antonino Marrone, Repertorio della feudalità siciliana, cit.
  13. ^ Libro d'oro della nobiltà italiana, edizione X, 1940-49, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, p. 781.
  14. ^ cfr.: Consulta araldica del Regno,Elenco ufficiale nobiliare italiano, Torino,1922
  15. ^ Calorendi è oggi una frazione del comune di Messina, presso la frazione Bordonaro, che prende il nome dall'omonimo torrente (Vedi: storia della zona falcata del porto di Messina). La nomina avvenne con privilegio del re del 3 luglio 1745, esecutoriato in Messina il 15 aprile 1748: Libro d'oro della nobiltà italiana, edizione X, 1940-49, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, pp. 778-784.
  16. ^ Calcedonio Palermo e Spadaro apparteneva alla stirpe dei marchesi di Calorendi e dei principi di Santa Margherita e fu capostipite dei conti della Bahiria di Casandola a Malta. Vedi: Libro d'oro della nobiltà italiana, edizione X, 1940-49, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, p. 780.
  17. ^ La famiglia Stagno Navarra perì interamente sotto le macerie del disastroso terremoto di Messina del 1908. Vedi: Libro d'Oro di Melita e anche Barony of Bahria.
  18. ^ Giovan Tommaso, che da Messina si trasferì a Gioiosa Ionica, da dove i suoi discendenti, verso la seconda metà del XV secolo, si trasferirono a Grotteria: Libro d'oro della nobiltà italiana, edizione X, 1940-49, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, p. 780.
  19. ^ Vincenzo Cataldo, Cospirazioni, economia e società nel distretto di Gerace e in provincia di Calabria Ultra Prima dal 1847 all’Unità d’Italia, Ardore Marina, 2000, p.112
  20. ^ Cfr.Lytton, Edward George Bulwer, I figli della notte / di Edoardo Bulwer; versione italiana di Nicodemo Palermo, Napoli, 1881
  21. ^ Per l'episodio cfr.: L. Settembrini, Ricordanze della mia vita, Milano, 1961
  22. ^ vedi tra gli altri: V. Cataldo, Cospirazioni, economia e Società nel Distretto di Gerace e in provincia di Calabria Ultra Prima dal 1847 all’Unità d’Italia, Ardore Marina, 2000, p. 112.
  23. ^ Libro d'oro della nobiltà italiana, edizione X, 1940-49, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, p. 780
  24. ^ Il Baglio (il termine di origine araba, Bahal, vuol dire cortile) si presenta su pianta rettangolare e si distingue per le non comuni dimensioni, per le quali veniva comunemente chiamato "li casi ranni di Maragani" ossia "le case grandi di Maragani". È costituito da un ampia corte chiusa da alti muri, ed è accessibile dai lati corti attraverso due ampi varchi, dei quali uno aperto a levante in funzione di porta carraia e l'altro a ponente. In origine l'ingresso di ponente era riservato al signore del feudo e reca incisa sulla chiave di volta la data 1850. Fino alla prima metà del secolo scorso il baglio è stato una delle dimore di campagna della famiglia e faceva parte come già detto, del feudo di Maragani originariamente esteso per circa 140 ettari, dalla foce del fiume Carboj alla contrada San Marco. (Storia del Baglio Maragani
  25. ^ Il palazzo fu venduto nel 1888 a Giuseppe Licata per l'ingente somma di 40.000 lire dell'epoca, ed è oggi noto come Palazzo Licata. Vedi: Palazzo Licata a Sciacca
  26. ^ Vedi: La casa fattoria del feudo Lazzarino.
  27. ^ Libro d'oro della nobiltà italiana, edizione X, 1940-49, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, p. 780
  28. ^ Nel 1738 venne rilasciato al figlio, Tommaso Palermo e Pinelli dei principi di Santa Margherita, sposato a Monteleone Calabro nel 1725 con donna Rosaria Casinoli, un attestato comprovante il trasferimento del di lui genitore don Paolo Palermo dei principi di Santa Margherita, da Messina a Reggio Calabria, ove visse coniugato con la marchesa donna Tarquinia Pinelli, discendente da famiglia dogale genovese.
  29. ^ Calorendi è oggi una frazione del comune di Messina, facente parte della Circoscrizione III nella zona Sud del capoluogo presso la frazione Bordonaro, che prende il nome dall'omonimo torrente (Vedi: storia della zona falcata del porto di Messina). Ne parla lo storico messinese Buonfiglio: ""che si vede per scrittura il lascio che una donna greca, dell'isola di Candia, fece d'un oliveto, quale acquistò abitando in Messina, del cui oglio s'accendesse questo notturno lume, et è vicino il torrente di Bordonaro, nella contrada nomata Calorendi".

 

Bibliografia

Bibliografia relativa alla famiglia Palermo di Santa Margherita

* Francesco San Martino de Spucches, La Storia dei feudi e dei titoli nobiliari della Sicilia, dalle origini ai nostri giorni (1925) volume VII, Palermo, 1931; fam. Palermo ad vocem, pagg. 189 e segg.
* Filadelfo Mugnos, Teatro genealogico delle famiglie illustri, nobili, feudatarie et antiche de' Regni di Sicilia Ultra e Citra, Messina, 1670, fam. Palermo ad vocem, pag. 108
* Galluppi C., Nobiliario della città di Messina, Napoli 1877, fam. Palermo pag. 135-136
* Gerosa Brichetto G., Soldato di tre guerre: il generale Amedeo de Cia, Milano, 1984, pag. 34
* Mango di Casalgerardo A. Nobiliario di Sicilia, Palermo 1871-75, fam. Palermo pag. 30-31, anche in rete.
* Palizzolo Gravina V., Il blasone in Sicilia, Palermo 1871-75. fam. Palermo pag. 291
* E. Sortino Trono, Nobiliario di Ragusa, Ragusa, 1929, pag. 118
* Libro d'oro della nobiltà italiana, edizione IX, 1937-39, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, pag. 271 sgg
* Libro d'oro della nobiltà italiana, edizione X, 1940-49, Collegio Araldico, Roma, fam. Palermo di Santa Margherita, ad vocem, pagg. 778-784.
* V. Cataldo, Cospirazioni, economia e Società nel Distretto di Gerace e in provincia di Calabria Ultra Prima, dal 1847 all’Unità d’Italia, Ardore Marina, 2000
* Barillaro E., I Palermo da Grotteria, una famiglia di patrioti, Cosenza 1966
* Palermo, Nicodemo, Di Vincenzo d.r Fabiani da Grotteria : cenni biografici / per Nicodemo Palermo, Reggio, 1881
* Palermo, Nicola, L' Ipocrita, ossia I misteri di Calabria nella ultima dominazione borbonica : romanzo sociale / di Nicola Palermo, Messina, 1867
* Palermo, Nicola Raffinamento della tirannide borbonica, ossia i carcerati in Montefusco / per Nicola Palermo, Reggio, 1863
* Palermo, Gaspare, Eogio di Carlo 3. di Borbone re delle Spagne / scritto da Gaspare Palermo ..., Palermo, 1790
* Palermo, Gaspare Guida istruttiva per Palermo e i suoi dintorni, Palermo, 1816
* Franz von Lobstein, Settecento calabrese e altri scritti, 3 voll, Napoli, 1983
* La Storia del Baglio Maragani
* Libro d'Oro di Melita
* Barony of Bahria in Wikipedia inglese.
* Montalto, J., "The Nobles of Malta-1530-1800", Midsea Books Ltd, Malta, 1980.
* Burkes Peerage, Baronetage and Knightage of the UK.- 1914 Ed.
* Cassar Desain, Marchese L.A., " Genealogia della famiglia Testaferrata di Malta." Malta, 1880.
* Gauci,C.A.," The Genealogy and Heraldry of the Noble Families of Malta", Gulf Publishing Ltd, Malta, 1981.
* Gauci,C.A.," The Genealogy and Heraldry of the Noble Families of Malta, Volume Two", Publishers Enterprises Group (PEG) Ltd, 1992.
* Gauci,C.A and Mallet, P.,"The Palaeologos Family- A Genealogical Review" ,Publishers Enterprises Group (PEG) Ltd, 1985
* Gauci, C.A.," A Guide to the Maltese Nobility", Publishers Enterprise Group (PEG) Ltd, Malta, 1986.
* Giles Ash, S., "The Nobility of Malta", Publishers Enterprises Group (PEG) Ltd, 1988.

* M. Lupis M. P. di Santa Margherita, Un capitano napoleonico dalla Calabria a Waterloo. Per una biografia di Giovan Battista Palermo di Santa Margherita",  in "Incontri Mediterranei", fasc. 19, Pellegrino Editore, 2009
* Marcello Gigante, Eugenio di Palermo, in "I Bizantini in Italia", Milano, 1982, pagg. 628-630;
* Marcello Gigante (ed.), Eugenii Panhormitani versus Iambici, Panhormi 1964;
* Marcello Gigante, Il tema dell'instabilità della vita nel primo carme di Eugenio di Palermo, in "Byzantion", 33, 1963, pagg. 325-356;
* L. Sternbach, Eugenios von Palermo, « Byzantinische Zeitschrift » 11, 1902, 406-451;
* G.N. Sola, Ancora di Eugenio di Palermo, « Byzantinische Zeitschrift » 17, 1908, 434-435;
* K. Horna, Neue Beitraege zu den Gedichten des Eugenios von Palermo, « Byzantinische Zeitschrift » 16, 1907, 454-459.
* K. Horna, Metrische und Textkritische Bemerkungen zu den Gedichten des Eugenios von Palermo, « Byzantinische Zeitschrift » 14, 1905, 468-478.
* A. Huillard-Bréholles, Historia diplomatica, Parigi, 1852-61, II, p. 185.
* Pierre Aubé, Roger II de Sicilie, Parigi, Payot, 2001
* Michele Amari, Storia dei Musulmani di Sicilia, Firenze, Le Monnier, 2003, III, pp. 711-12
* Giosuè Musca, Vito Sivo, Strumenti, tempi e luoghi di communicazione nel Mezzogiorno normanno, 1995, pag. 97, anche in rete
* Antonino Marrone, Repertori del Regno di Sicilia dal 1282 al 1377, 2006, Associazione no profit “Mediterranea” (on line sul sito http://www.mediterranearicerchestoriche.it). pag. 168
* Antonino Marrone, Repertorio della feudalità siciliana (1282-1390), 2006, Associazione no profit “Mediterranea” (on line sul sito http://www.mediterranearicerchestoriche.it), "Le famiglie feudali", "Famiglia Palermo o Panhormo", pag. 311.

* Edward Bulwer Lytton - I figli della notte  (Lucrezia) - Versione dall`Inglese di Nicodemo Palermo - Stamperia del Fibreno - Napoli 1858 -


 

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INDICE DELLE FAMIGLIE NOBILI DEL MEDITERRANEO

Comitato Scientifico Editoriale del
Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea

         (Presidente: il XIII duca di San Donato, dott. don Marco, marchese Lupis Macedonio Palermo dei principi di Santa Margherita)

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Antonio Lupis
 "Antonio Lupis letterato Italiano. Traduttore del Libro di Geremia. Visse nel secolo XVII - Molfettese"


Diploma di Leopoldo
L'imperatore del Sacro Romano Impro crea conti palatini Giulio e Orazio Lupis


Albero dei nobili Lupis di Molfetta
Bibl. Prov.di Bari, Fondo de Gemmis, Famiglie

 

marchese don Paolino Lupis Correale

Ritratto del marchese don Paolo I (Paolino) de Lupis Correale, 2° barone di Castania e Cuzzoghieri

 


marchese don Domenico Lupis Crisafi
Ritratto dell'avvocato marchese don Domenico Lupis Crisafi (1829-1880), storico e numismatico


conte Giovanni Antonio Lupis di Bergamo
Ritratto del conte Giovanni Antonio de' Lupis di Bergamo detto ''Il Farinata''

conte Vittorio Orazio Lupis di Bergamo

Ritratto del conte Vittorio Orazio Lupis


marchese abate don Orazio Lupis
 storico e poeta (1736-1816)

 

Stemma Lupis di Grotteria nel Blasonario di Corte

della Biblioteca Nazionale di Napoli,

manoscritto XVII.25, f. 148, anno 1637

 

 

Stemma Lupis di Grotteria tratto

da un antico stemmario manoscritto

(Archivio marchesi Lupis Crisafi, Siderno)

 

marchese don Isidoro Lupis Amato de Luna d'Aragona

1781 - 1853

Ritratto di S.E. il marchese don Isidoro II Lupis Manso Amato de Luna d'Aragona, 7° barone di Castania e Cuzzoghieri

 

Palazzo Lupis Giovinazzo
Il duecentesco palazzo della famiglia Lupis a Giovinazzo (BA), in cui nacque il poeta Bisanzio Lupis

 


Palazzo Lupis Grotteria
 Processione di Ognissanti in Piazza Domenico Lupis. A sinistra il Palazzo dei marchesi Lupis. Foto della metà del sec. XX


marchese Generale don Orazio Lupis Macedonio
Il generale marchese don Orazio VI Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita (1892-1962)


Il Serafino di Cantalice di Antonio Lupis
Frontespizio dell'edizione del 1672, Collezione biblioteca marchesi Lupis, Grotteria

 

Palazzo Lupis Grotteria

Il portale del Palazzo dei marchesi Lupis-de Luna d'Aragona secolo XVI

 


stemma dei marchesi Lupis Grotteria
 

Carta del Feudo di Castania

Tomaso Rajola. Regio Ingegnere. 1778. Particolare della Pianta della contea di Grotteria

Il feudo di Castania intestato ai Lupis fin dal XVI secolo

 

Albero genealogico dei Lupis di Gravina

per  il Beneficio del SS. Nome di Gesù di Gravina, 1645

 

Decreto Capitolare n. 901 del Cronista Rey de Armas

del Colegio Heráldico Antoniano de Lisboa

 

Stemma Lupis nel Blasonario Generale Italiano

 

   

I Lupis nell'ultima edizione XXV , 2015-2019, ,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

Il Cenno storico completo della Casata Lupis

nell'edizione XIX, 1987-89, pagg 1807-18013,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

 

I Lupis nella Rivista Araldica

“Note per una storia della famiglia Lupis”, del conte, prof. Franz von Lobstein, balì del S. M. Ordine di Malta, 1986

 

I Lupis nella Rivista Nobiliare

 

I Lupis nell'Annuario della Nobiltà Italiana

"Collage" fotografico dei vari rami della Casata Lupis riportati

nella Nuova Serie dell'Annuario della Nobiltà Italiana

 

I Lupis nell'Elenco dei titolati Italiani

I Lupis nell'Albo d'Oro delle Famiglie Nobili Italiane ed Europee

 


stemma dei marchesi Lupis Grotteria

 

Ritratto di Mons. Gaetano Lioy - Lupis, opera di Liborio Romano, Chiesa del Purgatorio, Molfetta


Antonio Lupis
 "Antonio Lupis letterato Italiano. Traduttore del Libro di Geremia. Visse nel secolo XVII - Molfettese"
 


Diploma di Leopoldo
L'imperatore del Sacro Romano Impro crea conti palatini Giulio e Orazio Lupis
 

 

Stemma Lupis nel Blasonario Generale Italiano

 

Decreto Capitolare n. 901 del Cronista Rey de Armas

del Colegio Heráldico Antoniano de Lisboa

 

   

I Lupis nell'ultima edizione XXV , 2015-2019, ,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

Il Cenno storico completo della Casata Lupis

nell'edizione XIX, 1987-89, pagg 1807-18013,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

 


Albero dei nobili Lupis di Molfetta
Bibl. Prov.di Bari, Fondo de Gemmis, Famiglie

 

marchese don Paolino Lupis Correale

Ritratto del marchese don Paolo I (Paolino) de Lupis Correale, 2° barone di Castania e Cuzzoghieri

 


marchese don Domenico Lupis Crisafi
Ritratto dell'avvocato marchese don Domenico Lupis Crisafi (1829-1880), storico e numismatico
 


conte Giovanni Antonio Lupis di Bergamo
Ritratto del conte Giovanni Antonio de' Lupis di Bergamo detto ''Il Farinata''

conte Vittorio Orazio Lupis di Bergamo

Ritratto del conte Vittorio Orazio Lupis
 


marchese abate don Orazio Lupis
 storico e poeta (1736-1816)

 

marchese don Isidoro Lupis Amato de Luna d'Aragona

1781 - 1853

Ritratto di S.E. il marchese don Isidoro II Lupis Manso Amato de Luna d'Aragona, 7° barone di Castania e Cuzzoghieri

 

Palazzo Lupis Giovinazzo
Il duecentesco palazzo della famiglia Lupis a Giovinazzo (BA), in cui nacque il poeta Bisanzio Lupis

Capitano barone Giovanni Lupis von Rammer

Inventore del siluro


Palazzo Lupis Grotteria
 Processione di Ognissanti in Piazza Domenico Lupis. A sinistra il Palazzo dei marchesi Lupis. Foto della metà del sec. XX
 


marchese Generale don Orazio Lupis Macedonio
Il generale marchese don Orazio VI Lupis Macedonio Palermo di Santa Margherita (1892-1962)
 


Il Serafino di Cantalice di Antonio Lupis
Frontespizio dell'edizione del 1672, Collezione biblioteca marchesi Lupis, Grotteria

 

Palazzo Lupis Grotteria

Il portale del Palazzo dei marchesi Lupis-de Luna d'Aragona secolo XVI

 

Stemma Lupis di Grotteria nel Blasonario di Corte

della Biblioteca Nazionale di Napoli,

manoscritto XVII.25, f. 148, anno 1637

 


stemma dei marchesi Lupis Grotteria
 

Carta del Feudo di Castania

Tomaso Rajola. Regio Ingegnere. 1778. Particolare della Pianta della contea di Grotteria

Il feudo di Castania intestato ai Lupis fin dal XVI secolo

 

Albero genealogico dei Lupis di Gravina

per  il Beneficio del SS. Nome di Gesù di Gravina, 1645

 

Donna Diana Macedonio dei duchi di Grottolelle, baroni di Poligori

 

   

I Lupis nell'ultima edizione XXV , 2015-2019, ,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

Il Cenno storico completo della Casata Lupis

nell'edizione XIX, 1987-89, pagg 1807-18013,

del Libro d'Oro della Nobiltà Italiana

I Lupis nella Rivista Araldica

“Note per una storia della famiglia Lupis”, del conte, prof. Franz von Lobstein, balì del S. M. Ordine di Malta, 1986

 

I Lupis nella Rivista Nobiliare

 

I Lupis nell'Annuario della Nobiltà Italiana

"Collage" fotografico dei vari rami della Casata Lupis riportati

nella Nuova Serie dell'Annuario della Nobiltà Italiana

I Lupis nell'Elenco dei titolati Italiani

I Lupis nell'Albo d'Oro delle Famiglie Nobili Italiane ed Europee

 

Stemma Lupis di Grotteria nel Blasonario di Corte

della Biblioteca Nazionale di Napoli,

manoscritto XVII.25, f. 148, anno 1637

 


stemma dei marchesi Lupis Grotteria

 

Ritratto di Mons. Gaetano Lioy - Lupis, opera di Liborio Romano, Chiesa del Purgatorio, Molfetta